Serranidi

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La famiglia dei serranidi è molto ampia e complessa contando oltre 500 specie suddivise in 5 grandi sottofamiglie che comprendono a loro volta numerosi generi, si tratta di pesci che vivono in acque tropicali o temperate risultando completamente assenti nei mari freddi. La diffusione dei serranidi abbraccia quasi tutte le zone costiere del globo, le barriere coralline e tutte le zone dove siano presenti formazioni rocciose o grotte nelle quali questi pesci possano rifugiarsi ed eleggere un anfratto a loro tana, nel Mar Mediterraneo sono presenti in buon numero ed in particolare nei mari italiani ne possiamo contare nove specie diverse.

Le dimensioni dei serranidi possono variare dai pochi centimetri delle specie più piccole fino ad arrivare ai giganti di questa famiglia che possono tranquillamente oltrepassare i due metri mentre la gran parte di specie di interesse acquariofilo si attesta ad una grandezza compresa tra i 10 e 35 centimetri.
I serranidi conducono una vita solitaria vivendo quasi tutta la vita nelle adiacenze delle proprie tane che possono essere costituite da grotte, anfratti tra le rocce o aperture tra i coralli, la livrea di questi pesci ha quasi sempre un carattere mimetico tranne molte specie che abitano i reef corallini le quali possono sfoggiare livree molto sgargianti ed appariscenti.
Una particolarità che contraddistingue gran parte di questi pesci è costituita dall’essere ermafroditi avendo entrambi gli apparati di riproduzione, sia quello maschile che quello femminile; nel corso della loro vita alcune specie cambiano sesso a seconda dell’età fino ad arrivare al caso di alcune specie di Serranus americani che durante la fase di passaggio da un sesso all’altro riescono ad autofecondarsi. L’autofecondazione è un evento particolarmente raro tra i pesci; il rilascio delle uova e la crescita delle larve avviene sempre in zone pelagiche.

Il regime alimentare dei serranidi è marcatamente carnivoro nutrendosi principalmente di pesci, crostacei e cefalopodi che catturano mediante agguati che solitamente partono dalla propria tana; non essendo abili cacciatori, altre tecniche usate da altre spece, come ad esempio l’inseguimento, non sono efficaci.
L’interesse per questa famiglia di pesci marini è ampio; si va dalla pesca, sia dalla barca che subacquea, ala gastronomia: le carni della cernia (uno dei rappresentanti più famosi dei serranidi) sono molto apprezzate. In acquariofilia, molte specie possono trovare alloggio specialmente in acquari di barriera di dimensioni medio-grandi.

Un acquario domestico è adatto ovviamente ad ospitare solo le specie più piccole, quelle che vanno dai 5-6 centimetri fino ad arrivare ai 25-30 se si dispone di una vasca particolarmente spaziosa. Questi pesci a causa della loro natura solitaria e la loro territorialità nei confronti di conspecifici, che con l’aumentare dell’età cresce in maniera esponenziale, dovrebbero essere tenuti come singoli individui salvo disporre di acquari di notevoli dimensioni.
L’acquario dovrebbe avere molti rifugi e passaggi per consentire ai serranidi di ritrovare parte del loro habitat; un acquario di barriera sarebbe l’ideale. Come compagni di vasca dovrebbero essere introdotte specie della medesima taglia in quanto quelle più piccole sarebbero inevitabilmente viste come fonte di cibo e probabilmente predate, mentre quelle più grandi e vivaci potrebbero intimidire a tal punto i serranidi da costringerli a stare sempre nascosti. Nascerebbero così problemi legati all’alimentazione in quanto in questo stato di agitazione difficilmente i pesci usciranno durante la somministrazione del cibo.

Una volta prese le dovute precauzioni e adottato il layout giusto, allevare i serranidi in acquario può riservare ottime soddisfazioni in quanto questi pesci una volta ambientati sono particolarmente resistenti e longevi non avendo particolari esigenze in merito all’alimentazione e alla qualità dell’acqua.