L’anatomia dei pesci

Per poterci occupare nella maniera più corretta possibile dei pesci che popolano o popoleranno le nostre vasche è necessario disporre di una conoscenza di base rispetto alle caratteristiche anatomiche che rendono questi animali unici ed affascinanti immersi nel loro mondo sommerso.
E’ proprio dall’acqua che partiremo in quanto la densità di questo elemento fa sì che la maggior parte dei pesci abbia una forma allungata e cilindrica per fornire al pesce una configurazione più idrodinamica possibile che consenta di potersi muovere in questo elemento col minimo sforzo.
Per agevolare il nuoto l’epidermide dei pesci (della quale ne fanno parte anche le scaglie) è ricoperta di uno strato di muco più o meno spesso che oltre ad aumentare l’idrodinamismo diminuendo l’attrito dell’acqua sul corpo fornisce al pesce una ulteriore barriera contro fenomeni infettivi che possono essere causati da agenti patogeni o parassiti; è buona norma cercare di non toccare i pesci con le mani per evitare di danneggiare questo prezioso strato di muco e se proprio si rende indispensabile maneggiare il pesce assicurarsi sempre di avere le mani bagnate con l’acqua dell’acquario.

Per potersi muovere agevolmente in acqua i pesci posseggono una potente muscolatura che costituisce la quasi totalità del corpo; tale muscolatura può subire notevoli differenziazioni in relazione alla forma del pesce in quanto, se è vero che la maggior parte dei pesci ha una forma cilindrica, ne esistono di tutte le forme e dimensioni in relazione allo stile di vita e all’ambiente che popolano. Pensiamo solo alle differenze che intercorrono tra il cavalluccio marino(hippocampus), l’anguilla, il pesce palla, i pesci gatto che vivono rasenti al fondo o i guppy(poecilidi) che vivono in prossimità della superficie.

Per aumentare la spinta propulsiva e stabilizzare il nuoto i pesci sono dotati di pinne, ognuna con una funzione specifica, la pinna caudale(spesso definita erroneamente coda) oltre a convogliare la maggior parte della spinta propulsiva svolge la funzione di timone durante il nuoto. La pinna anale e quella dorsale sono dette impari e consentono al pesce di avere stabilità e di non ribaltarsi durante lo stazionamento o nelle fasi di nuoto ridotto; le pinne pettorali e ventrali sono dette pari in quanto ne troviamo, in maniera simmetrica, una da ogni lato del pesce e svolgono anch’esse una funzione stabilizzatrice consentendo al pesce movimenti a 360 gradi.
Le pinne sono formate da una membrana più o meno densa raccordata da raggi spinosi tra i quali in alcune specie si possono nascondere aculei veleniferi che vengono eretti in caso di pericolo. Durante il nuoto tutte le pinne tranne quella caudale, indispensabile per la propulsione, vengono ripiegate aderenti al corpo per diminuire la resistenza all’avanzamento. In alcune specie, specialmente nei caracidi e nei pesci gatto, è presente una piccola pinna adiposa posta tra quelle caudale e dorsale che però non ha nessuna funzione specifica.

Oltre alla forma l’altro aspetto che colpisce subito quando si guarda un pesce è la colorazione, oltre al puro fatto estetico dalla livrea di un pesce si possono intuire parecchie cose in merito alle abitudini ed al temperamento nonché individuare in maniera tempestiva situazioni di forte stress o malattia. La colorazione dei pesci è dovuta alla presenza nell’epidermide di differenti pigmenti i quali possono essere sollecitati in maniera lenta da ormoni riproduttivi o che si occupano della mimetizzazione oppure in maniera rapida dal sistema nervoso in caso di situazioni di forte stress, paura o manifestazioni di aggressività. In questo caso i cambiamenti di livrea saranno spettacolarmente fulminei e improvvisi. In acquario i fattori fondamentali che possono determinare la colorazione di un pesce sono la qualità e la quantità di luce presente in vasca, l’alimentazione, la compatibilità con altri inquilini nonché l’arredamento oltre alla presenza di situazioni di forte stress o addirittura di malattia. Se i pesci che stiamo ospitando presentano livree sbiadite dovremo ricercare le cause tra gli elementi appena citati.

Nella testa dei pesci sono presenti quasi tutti gli organi sensoriali ad iniziare dagli occhi che, privi di pupille e palpebre consentono comunque ai pesci di avere un campo visivo di circa 270 gradi anche se comunque quello della vista non risulta uno dei sensi nel quale i pesci eccellono in quanto già ad una distanza relativamente piccola faticano a scorgere i dettagli. Dalla forma degli occhi possiamo capire molto sullo stile di vita dei pesci in quanto quelli con abitudini notturne o che vivono in acque torbide avranno occhi piccoli e poco sviluppati come ad esempio i pesci gatto in quanto quello della vista non è un senso di importanza primaria, mentre pesci che vivono vicino alla superficie in acque limpide avranno occhi grandi e ben sviluppati.
Davanti agli occhi troviamo in numero di due o quattro le narici alle quali non è affidato nessun compito respiratorio ma svolgono spesso funzioni olfattive, in alcuni pesci sono presenti barbigli posti ai lati della bocca, il loro numero e la loro dimensione può variare ma si tratta di organi tattili e sensitivi molto utili o in certi casi indispensabili per la ricerca del cibo nelle specie che vivono sul fondo. L’orecchio nei pesci svolge funzioni di orientamento e di equilibrio condividendo lo stesso nervo che raccoglie gli stimoli dell’organo della linea laterale.
A completare la testa troviamo la bocca che può variare di forma o dimensione a seconda delle abitudini alimentari del pesce la cui posizione sarà rivolta verso l’alto se la ricerca del cibo avverrà in prossimità della superficie, sarà in posizione terminale nel caso di pesci che vivono in acque libere o avremo la bocca rivolta verso il basso nel caso di pesci che cercano il cibo nel fondale. Altro elemento presente nella testa dei pesci è il sistema respiratorio formato dalle branchie(otto suddivise in due gruppi, uno per ogni lato)e l’opercolo branchiale; quest’ultimo lavora come una valvola premettendo all’acqua che viene introdotta attraverso la bocca di uscire consentendo di avere il giusto ricambio per irrorare le branchie le quali grazie a questo movimento cedono anidride carbonica e assimilano l’ossigeno presente nell’acqua il quale sarà trasportato in tutto il corpo dai vasi sanguigni e una volta carico di anidride carbonica sarà pompato dal cuore di nuovo verso le branchie per ricominciare il ciclo. In alcune specie che vivono in acque carenti di ossigeno troviamo un ulteriore apparato detto labirinto che consente a questi pesci di respirare direttamente l’ossigeno atmosferico.
Nella testa troviamo anche il cervello che risulta molto semplice rispetto ad altri animali più evoluti; le aree più sviluppate riguardano la gestione della vista e dell’olfatto oltre che della linea laterale dimostrando la notevole importanza che ricoprono questi sensi nella vita dei pesci.

Un organo singolare presente nei pesci è costituito da una linea di pori che è situata in ogni lato del corpo in maniera simmetrica e percorre tutta la sua lunghezza in senso orizzontale; tale linea è in comunicazione con un canale posto sotto la pelle che a sua volta è collegato ad una serie di ricettori molto sensibili i quali hanno il compito di rilevare ed analizzare le variazioni di pressione presenti nell’acqua in prossimità del pesce. Queste informazioni, elaborate dal cervello, consentiranno a quest’ultimo di percepire la presenza di ostacoli, l’avvicinarsi di un altro pesce o di una preda, questo organo non presente in nessun altro vertebrato prende il nome di “linea laterale”.

L’anatomia interna dei pesci è completata da uno scheletro che grazie all’azione “portante” dell’acqua che sgrava il pesce di gran parte del suo peso non risulta molto robusto e non è raro vedere avannotti con malformazioni molto evidenti.
La vescica natatoria è un organo che comunica con l’apparato digerente e regola il galleggiamento, la presenza variabile di gas dentro questa vescica consente al pesce di immergersi o risalire mantenendo un assetto stabile(da questo principio sono nate le casse zavorra presenti nei sottomarini).

Il sistema digerente è molto semplice essendo costituito da uno stomaco molto elastico e dall’intestino che completa il percorso digestivo del cibo; la lunghezza di quest’ultimo varierà in relazione della dieta dei pesci, in quelli carnivori avremo un intestino poco sviluppato mentre negli erbivori l’intestino sarà particolarmente lungo per poter assimilare tutte le sostanze presenti nelle fibre vegetali. Queste differenze obbligano l’acquariofilo a nutrire i pesci nel modo più appropriato in base al regime alimentare per evitare l’insorgere di malattie legate all’alimentazione.

Il sistema escretore è composto da un orifizio anale attraverso il quale vengono espulse le feci e un orifizio urinario che espelle l’urina che si forma nei reni; entrambe queste sostanze contengono azoto e hanno un alto grado di tossicità per gli animali, il benessere dell’acquario dovrà essere garantito dalla presenza di un buon equilibrio biologico e da regolari cambi d’acqua.

L’apparato riproduttivo nei maschi è costituito da due testicoli in comunicazione con diversi canali mentre nelle femmine troviamo due ovaie prolungate da ovidotti, nella maggior parte dei casi(salvo i pesci vivipari)la fecondazione avviene all’esterno dove ovuli e spermatozoi sono espulsi tramite l’orifizio genitale.

Ora conosciamo un po’ meglio l’anatomia e le caratteristiche spesso uniche dei nostri amati pesci, cosa che ci aiuterà nelle scelte e nella cura del nostro acquario consentendoci di avere ulteriori elementi per la gestione e l’allevamento di vasche sempre più in salute.