La riproduzione dei pesci

Quello della riproduzione è senza ombra di dubbio uno degli aspetti più affascinanti e stimolanti che caratterizzano la gestione di un acquario e che, una volta ottenuta e motivo di soddisfazione ed orgoglio per qualsiasi acquariofilo.
Va subito precisato che quando si parla di riproduzione in acquariofilia ci si riferisce quasi esclusivamente all’acqua dolce in quanto questo evento nelle vasche marine coinvolge un numero ristrettissimo di specie. Rappresenta un caso eccezionale perché difficilmente in acquario si riescono a riprodurre tutte le varie dinamiche che nella vastità dell’ambiente marino concorrono a determinare il successo della riproduzione dei pesci.

Nei laghi e nei fiumi, per quanto riguarda i fattori che determinano la riproduzione, esiste una distinzione marcata tra i pesci che popolano le acque temperate e quelli che vivono nelle acque tropicali. I primi saranno legati al susseguirsi delle stagioni con relative variazioni di temperatura e solitamente si riproducono una sola volta all’anno, mentre i secondi vivendo in un ambiente con temperature stabili tutto l’anno possono dare vita a più riproduzioni nel corso di un anno a volte ad intervalli molto brevi. Si può arrivare anche a sole quattro settimane tra una deposizione e l’altra. La frequenza può essere determinata da fattori ambientali come un violento acquazzone, il variare della disponibilità di cibo o dal variare dell’intensità dell’irradiazione solare per fare alcuni esempi; in acquario ovviamente il discorso si fa un po’ più complicato.

La quasi totalità dei pesci di acqua dolce sono ovipari, la femmina espelle le uova che vengono immediatamente fecondate dal maschio; l’eccezione è costituita dai poecilidi la cui fecondazione delle uova avviene all’interno del corpo della femmina mediante l’ultimo raggio della pinna anale che nei maschi si trasforma in organo genitale (gonopodio). Dopo un periodo di circa 30 giorni le femmine partoriscono un numero variabile di avannotti già completamente sviluppati, questi pesci sono definiti ovovivipari.
Tra i pesci ovipari terminata la fase di corteggiamento che solitamente consiste in parate e inseguimenti da parte del maschio. La deposizione può avvenire con modalità molto diverse:

1) deposizione in acqua libera: le uova una volta fecondate vengono lasciate cadere sul fondo e abbandonate al loro destino. Solitamente i pesci che adottano tale tecnica producono una notevole quantità di piccole uova trasparenti. In acquario visto il poco spazio a disposizione tutte le uova sono destinate ad essere predate a cominciare dai genitori stessi, per potere avere qualche successo occorre introdurre i pesci in un acquario dedicato alla riproduzione che preveda un divisorio posto in orizzontale sul fondo in maniera tale che gli adulti non riescano ad avvicinarsi per predare le uova.
2) Deposizione di uova adesive: i pesci che adottano questa tecnica possono avere comportamenti molto diversi tra loro ma fondamentalmente si tratta di animali che fanno aderire le uova alle foglie di una pianta acquatica, su un tronco sommerso, all’interno di una cavità o alla base di una roccia. La zona viene preventivamente pulita dalla coppia prima della deposizione, le differenze tra le varie specie hanno luogo subito dopo la deposizione; i caracidi per esempio dopo la deposizione si disinteressano completamente delle uova che rimangono completamente indifese, mentre molti ciclidi sudamericani e africani continuano a curare e difendere le uova fino alla schiusa. Alcuni addirittura difendono gli avannotti fino al raggiungimento della maturità sessuale. In acquario nel caso dei caracidi una volta individuate le uova i genitori e altri possibili predatori vanno tolti e spostati in un’altra vasca; nel caso dei ciclidi se si dispone di una vasca sufficientemente spaziosa si può tranquillamente godere delle cure parentali di questi pesci.
3) Nido di bolle: questa tecnica è adottata principalmente dai labirintidi che vivendo in acque solitamente prive di ossigeno per assicurarne una buona quantità alle uova vedono il maschio costruire un agglomerato di bolle di ossigeno legate dalla saliva posto direttamente sotto la superficie e mimetizzato tra le piante acquatiche. Le uova fertilizzate saranno spinte dal maschio all’interno di tale nido e successivamente sorvegliate. In questa fase i maschi possono rivelarsi estremamente aggressivi nei confronti delle femmine a tal punto da renderne necessario lo spostamento in altra vasca.
4) Incubazione orale: in questo caso le uova una volta fecondate vengono riprese in bocca dalla femmina e incubate nella cavità orale fino al rilascio dopo circa 3 settimane di avannotti pienamente formati. Questa tecnica è adottata da moltissime specie di ciclidi provenienti dai grandi laghi africani, in alcune specie può succedere che entrambi i genitori partecipino all’incubazione delle uova; in questo caso si parla di incubatori orali biparentali. In acquario per garantire la sopravvivenza ad un maggior numero di avannotti si può ricorrere allo “strippaggio” della femmina; tale tecnica che deve essere effettuata da acquariofili molto esperti consiste nel catturare la femmina ormai prossima al rilascio e indurla ad aprire la bocca per rilasciare gli avannotti che saranno poi posti in una vasca a parte per l’accrescimento.

Queste sono in linea di massima le principali tecniche di deposizione che possiamo incontrare ospitando le varie specie in acquario. Per arrivare a delle deposizioni con buone probabilità di successo dobbiamo prima avere operato nella maniera più corretta possibile; il primo passo consiste in una obbligatoria fase di studio dei pesci che intendiamo ospitare. Successivamente dovremo arredare la vasca in maniera adeguata e fornire un’acqua dalle caratteristiche più simili possibile alle zone di provenienza dei pesci, prevederne il numero adeguato e gli eventuali coinquilini in base alla capienza della vasca e non ultimo dovremo fornire una alimentazione varia e di buona qualità.